La Tanzania è una terra ricca di fascino e di bellezza. La savana che si estende a perdita d’occhio è un vero e proprio spettacolo della natura, con le sue tonalità mozzafiato e gli esemplari della fauna locale che si spostano da un punto all’altro, in branco o in solitudine. Al tramonto il paesaggio si tinge di sfumature incredibilmente calde, comprese tra il rosso e il dorato; di notte, alzando lo sguardo, è possibile vedere miriadi di stelle. Qui si vive seguendo i ritmi delle stagioni, e ovunque domina un’atmosfera di quiete.
Un elemento che non manca mai in questo straordinario ambiente è il mistero. Vi sono scorci eccezionalmente suggestivi, permeati da un’aura quasi magica, di fronte ai quali i turisti non possono non restare a bocca aperta. Uno di questi è il Natron, il “lago mortale”, il luogo maledetto dove gli animali vengono pietrificati: lo specchio d’acqua, al centro di numerosi miti e racconti, popola l’immaginario collettivo con il suo enigmatico colore rosso e la superficie placida, oscura, che sembra quasi custodire un segreto.
Qualche cenno geografico
Il lago Natron si trova a nord-est del cratere di Ngorongoro e, pur essendo profondo mezzo metro, è lungo ben 50 km. È collocato, più precisamente, nella Rift Valley africana, al confine con il Kenya: dalle sue rive si intravedono maestose montagne che svettano contro il cielo, dando vita a uno scenario al tempo stesso inquietante e stupendo.
Vi sono vari modi per raggiungere quest’area della Tanzania. Gli itinerari consigliati sono i seguenti:
- un sentiero che nasce dal Lake Manyara e che vi richiederà circa 3 ore;
- un itinerario di 5 ore che inizia presso il Serengeti National Park.
Una volta giunti in zona poserete i vostri occhi su una distesa d’acqua molto simile a ruggine, rosso scuro striata di bianco. Questa particolare gradazione ha una ragione scientifica, ed è dovuta all’accumulo di sodio che determina una serie di cicli di evaporazione. Il Natron, del resto, è così chiamato proprio per le notevoli quantità di bicarbonato di sodio: ciò causa un pH altissimo, che può arrivare anche a 10,5, e temperature medie di 60 °C. Il senso di pericolo che permea i dintorni attira amanti dell’avventura da ogni parte del mondo.
Gli animali pietrificati
Il Natron è conosciuto soprattutto per i corpi degli animali imbalsamati e pietrificati che, di tanto in tanto, ne disseminano la superficie e le sponde. Difficile trattenere un brivido davanti a una vista così macabra: eppure la spiegazione è piuttosto semplice, ed è connessa proprio alle peculiarità chimiche del lago. Il pH basico di quest’ultimo, unito alle elevate temperature, innesca un processo di calcificazione a cui vanno incontro le spoglie degli esemplari già privi di vita. Nessuna specie, comunque, può resistere ad acque tanto calde e ricche di sali, ad eccezione di alcuni pesci, delle alghe e dei fenicotteri.
Anche chi conosce questo fenomeno, tuttavia, resta impressionato di fronte a un panorama così lugubre. Il Natron potrebbe a buon diritto essere utilizzato come sfondo per un film dell’orrore, in virtù del suo aspetto sovrannaturale che nemmeno la più solida motivazione scientifica riesce a scacciare.
I fenicotteri
A questo punto potrebbe sorgere spontanea una domanda: come mai, nonostante quanto abbiamo detto finora, le foto che raffigurano il lago mostrano le sue rive sempre piene di fenicotteri? Le condizioni chimiche del Natron non hanno effetto sui famosi uccelli color rosa acceso?
In realtà, bisogna tener presenti i seguenti fattori:
- il fenicottero possiede zampe e becco ricoperti da una sorta di membrana protettiva, un autentico scudo contro l’azione “pietrificante” dell’acqua;
- questo habitat è ricco di cianobatteri, che contribuiscono alla tonalità rossastra del lago, dei quali i fenicotteri sono davvero ghiotti.
Tali animali, quindi, si affollano in zona per nutrirsi e per il rito dell’accoppiamento. La loro riproduzione avviene proprio in un luogo così spettrale, e rappresenta un simbolico trionfo della vita sulla morte. Il fenicottero rosa può essere avvistato specialmente tra giugno e ottobre, ed è dunque questo il periodo migliore per un’escursione.
Un safari in Tanzania non può non includere questa meta. Vi raccomandiamo, ovviamente, di procurarvi l’attrezzatura necessaria qualora alcuni tratti vadano percorsi in acqua. Non esitate a contattarci per ricevere maggiori informazioni, e per pianificare un viaggio emozionante alla scoperta delle meraviglie della natura.







